DIBATTITO IN ASSIMPREDIL ANCE SULLA CRISI EDILIZIA A MILANO

Info Colombo Clerici

Crisi edilizia a Milano, i politici promettono un intervento normativo

Al convegno di Assimpredil le conseguenze dell’inchiesta della magistratura che hanno bloccato i cantieri

ASSOEDILIZIA informa

Di Saverio Fossati

Cantieri bloccati a Milano, il nervosismo esplode e il mondo dell’edilizia chiama a raccolta operatori, cittadini e politici, questi ultimi soprattutto per avere delle risposte. Si è svolto oggi a Milano il convegno “La Milano del futuro: un dialogo costruttivo”. Ad aprire l’incontro è stata la presidente Regina De Albertis, che ha avuto toni severi nell’illustrare la situazione: “Le nuove direttive hanno solo aumentato le incertezze. Siamo consapevoli dei rischi e delle responsabilità che gravano sui funzionari comunali, Ma Le conseguenze sono la sospensione degli interventi di rigenerazione urbana, il blocco dei cantieri e delle relative bonifiche, il licenziamento di migliaia di operai, la fuga degli investitori esteri. È un problema di tutto il Paese, l’onda lunga rischia di paralizzare il resto dello stivale. Per il bene di tutto è assolutamente superare il momento di incertezza che ha messo in discussione la validità di regole seguite danni non solo a Milano. L’incertezza blocca ogni attività, deve essere assolutamente superata per il bene di tutti!”.

Alessandro Morelli, milanese, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri, ha concordato sui temi espressi da De Albertis: “Allargare Milano, facendola diventare la nuova grande Milano è uno degli obiettivi del Governo. Ed è una linea continua dai 900 milioni stanziati per le linee 4 e 5 ma anche a quelli decisi dalle Infrastrutture, con treni veloci per raggiungere i centri intorno, allargando i confini della nostra città, pensando alla M6 che tocchi i Comuni limitrofi, per i cui progetti sono già stanziati i fondi. Stiamo guardando al futuro con Milano al centro”. Morelli è poi passato al problema del giorno: “Oltre ad Assimpredil vanno coinvolte anche le altre categorie protagoniste della realizzazione immobiliare della nostra città. Ma questo è il omento di revisione di quella che è stata una grandiosa progettualità”. Lo strumento della perequazione è uno strumento che in certe città può essere pericoloso. Oggi ha portato Milano di cui essere orgogliosi ma ha aperto criticità che si stanno evidenziando. Per questo il Governo è impegnato a superare questa grave impasse, ho incontrato il procuratore capo per capire, nel rispetto delle competenze, cosa fare, e ho segnalato alla Procura che è doveroso che, siccome il periodo è difficile, dobbiamo avere un tempo preciso per definire le decisioni dei giudici, non possiamo avere tempistiche indefinite: piena condivisione da parte della Procura e impegno a trovare formule a risolvere la situazione critica. Con un’interlocuzione con tutti gli stakeholder, istituendo un tavolo per trovare le soluzioni migliori a livello nazionale, c’è già un’interlocuzione tra Comune di Milano e Infrastrutture”.

Gianluca Comazzi, assessore al Territorio della Regione Lombardia, ha difeso gli strumenti legislativi regionali e la competenza concorrente del Titolo V della Costituzione sul governo del Territorio, tra cui la norma sul consumo di suolo: “Abbiamo approvato 450 piani di governo che hanno ridotto del 25% il consumo di suolo e la prima legge sulla rigenerazione urbana d’Italia, con finanziamenti ai Comuni per 400 milioni di euro. Sviluppare in altezza va proprio in questo senso. Penso sia sbagliato vivere nell’incertezza, la Procura deve fare il suo lavoro ma dobbiamo garantire stabilità e serenità ai funzionari pubblici. Perciò in Regione siamo preoccupati anche per i molti Comuni che possono essere nella stessa situazione”.

Nel primo panel la parola è passata agli architetti, ingegneri e geometri, rappresentati da Federico Aldini, che di fatto ha minacciato uno “sciopero bianco” dei progettisti. Anche queste categorie hanno lamentato la situazione di incertezza: “È chiaro che le direttive recenti hanno lo scopo di tutelare i dipendenti pubblici ma entrano in contrasto con quanto indicato nel Pgt 2030 e che ha portato a progetti realizzati da professionisti seguendo le norme e ora rimessi in discussione. Temo che questo porterà a ricorsi e richieste di risarcimento ma i chiarimenti li aspettiamo dal Governo e non dalla Procura. E sino a quel momento consigliamo ai nostri iscritti di non firmare alcun progetto e asseverazione, ci sono progetti urgenti che potrebbero partire solo con la Scia, perché con un permesso di costruire si partirebbe nel 2026”.

Cabras (Anci Lombardia) ha presentato una norma di interpretazione autentica: “Noi riteniamo, sulla base della discussione parlamentare del 2013, che la definizione della ristrutturazione edilizia è quella che il Comune di Milano ha seguito. E gli uffici tecnici applicano la norma sulla base delle scelta fatte dalla pianificazione. Un’interpretazione autentica di quanto è già norma mette chiarezza, poi sarà necessaria rimettere mano a quei testi”. Lucia Tozzi, scrittrice, ha evidenziato che la mancata esazione degli oneri urbanistici ha impoverito la città a vantaggio solo dei costruttori e immobiliaristi: “Anzi, nel rallentamento delle attività edilizie c’è l’occasione per fare nuove leggi e semplificare norme, con la partecipazione dei cittadini”.  Confcooperative Habitat, rappresentata dal presidente Alessandro Maggioni, ha sottolineato che la crescita dei redditi da lavoro è stata di meno della metà di quella di affitti e prezzi immobiliari: “Le leggi del 1942 e del 1968 sono capisaldi intoccabili. La legge 12/2005 andrebbe ripresa in mano con un bilancio critico: le esigenze tra flessibilità e competitività vanno bilanciate con le esigenze di regolazione del mercato urbano. Ma in questo momento di grande confusione la politica deve dare risposte, se la magistratura interviene così vuol dire che c’è una patologia. Ma i tempi delle pratiche sono comunque troppo lunghi”. Piergiorgio Vitillo, docente del dipartimento di architettura al Politecnico di Milano, ha messo l’indice sulla perdita del personale comunale per avere una regia pubblica efficiente “Che oggi si fa fatica a fare: nell’ufficio tutela del paesaggio ci sono solo 6 persone per 1.500 pratiche al mese, ecco perché per un piano attuativo ci vogliono due anni”. Vitillo ha poi evidenziato che oneri e monetizzazioni non sono affatto bassi: “Il Comune nel 2222 ha incassato 200 milioni di euro degli oneri di urbanizzazione, per non parlare dell’aumento medio già deliberato del 38%, distribuito con peso diverso a seconda delle zone. Per i valori di monetizzazione (aree standard non cedute perché nella zona non servono): si pagano in zona uno 1.300 euro al metro quadrato, in periferia 500-600 euro”. Molto atteso l’intervento di Pierfrancesco Maran (assessore alla casa del Comune di Milano), che tuttavia si è concentrato sui temi macroeconomici: “Condivido le azioni che sono state fatte dagli uffici e dall’assessorato alla rigenerazione. Non c’è un problema di interpretazione specifica della norma. Ma la situazione va affrontata con interpretazioni chiara, sapendo che non vengono contestate malversazioni.  Ma tutto questo secondo me avviene in una fase di rideterminazione degli obiettivi della città. Milano nell’ultimo decennio ha cambiato scala, gli under 35 sono cresciuti del 15%, la popolazione di 100mila persone (era 1,3 milioni), i turisti sono raddoppiati dal 2019.


I sindacati milanesi si sono espressi attraverso Salvatore Cutraia (FENEALUIL), Riccardo Piacentini (Fillea Cgil) e Alem Gracic (Filca Cisl), concordi nelle richiesta di un intervento normativo di chiarificazione  e nell’evidenziare il pericolo dell’incertezza e dell’assenza del Comune nei tavoli di concertazione con Assimpredil.

Il secondo panel si è aperto con il presidente dell’Inu Lombardia, Marco Engel, che ha evidenziato uno “Spintissimo processo di gentrificazione” della città. L’incremento del carico urbanistico è una questione fisica, dove prima c’era una situazione di una certa densità, improvvisamente aumenta. Ma le regole ci sono, e c’è un’interpretazione sistematicamente applicata e non solo a Milano, senza favoritismi, quindi è stupefacente quanto sta accadendo con la magistratura”. Sono poi intervenuti gli studi legali, prima con Veronica Dini: “Non c’è un tema di incertezza normativa sull’interpretazione delle norme nazionali e regionali ma piuttosto sulle norme comunali. Ma il problema è il contrasto tra l’edilizia e l’urbanistica, la sommatoria degli interventi e il loro peso sulla città come carichi urbanistici, a questo servono i piani urbanistici.  Ed è chiaro che le Scia, atto peraltro non pubblicato e quindi ignoto alla popolazione, per la ristrutturazione necessitano di un piano attuativo. Gli oneri di urbanizzazione sono fermi dal 2010 e un po’ di conti andrebbero fatti, per non parlare delle monetizzazioni”.  Fabio Todarello (Todarello & Partners) concorda sul fatto che in realtà non vi siano incertezze normative, a partire dall’articolo 12 delle Preleggi: “Sono quindi interventi di ristrutturazione anche quelli di demolizione e ricostruzione pur con sagoma e volumi diversi. Questo dice la norma entrata in vigore nel 2003, dopo le modifiche del 2013 e del 2020. E le Infrastrutture hanno diramato una circolare dove si precisa che, anche se una parte della giurisprudenza aveva detto che il nuovo edificio dovesse porsi in sostanziale continuità con quella preesistente, la modifica del 2020 supera queste limitazioni, quindi anche le caratteristiche possono anche essere molto diverse dal preesistente. Questo, in sostanza – ha ribadito Todarello – dice il legislatore. Vero che la Cassazione nel 2023 afferma la mancanza di continuità con il passato di villette al posto di edifici rurali ma invoca giurisprudenza antecedente al 2020”. Sulla pianificazione attuativa (articolo 41 quinquies) Todarello ha precisato che con il Titolo V la Regione Lombardia ha demandato ai Comuni anche le altezze “E quindi sinché la Corte Costituzionale non illegittima la legge 12/2005 quelle sono le norme”. Per Massimo Bricocoli (direttore DASIU del Politecnico di Milano): “Un lavoro interessante sarà di valutare gli impatti delle edificazioni in senso ampio, non solo sulle performance del singolo edificio”. Ultimo a intervenire Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione urbana di Milano, ha ricordato che “Già prima di Natale ero disorientato dalle iniziative della Procura, e ancora adesso non si capisce quali siano i reati commessi. Quindi l’incertezza c’è. La via d’uscita passa da un’azione urgente del Governo di tipo legislativo e interpretativo della norma. E a tutela non solo dei funzionari ma anche degli operatori e dei promissari acquirenti abbiamo ritenuto necessario e inevitabile i provvedimenti emanati. Noi abbiamo recepito le indicazioni del Gip di uno dei casi affrontati ma non è che tutti gli uffici siano già in gradi di affrontare tutti i diversi casi, quindi invito a non fare su di loro eccessiva pressione. Nei Pgt degli ultimi dodici anni sono state previste le verifiche sui carichi urbanistici non sul singolo edificio. Ma la star è il Piano Attuativo, cioè uno strumento che da mezzo secolo viene applicato quando si passa da un progetto edilizio a un piano edilizio, cioè a interventi su un comparto di significativa dimensione. Ma Milano più della metà del territorio è già soggetto a a piani attuativi! Dal 2014 viene introdotto il permesso di costruire convenzionato seguendo i principi di semplificazione, ma non sostituiscono i piani attuativi quando questi sono necessari. La cosa più importate è ora definire una soluzione nei tempi più rapidi possibili”.

La mattinata si è conclusa con l’intervento da remoto di Gabriele Albertini, non trasmesso per motivi tecnici ma reperibile a breve sul sito di Assimpredil-Ance.

Fonte: Info Colombo Clerici

CARTA DELL’ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE

DI: Riccardo Ferrari

Docente di Matematica Celeste

Alla sua nascita, tutti i pianeti rapidi:  Luna – Mercurio – Marte – Venere e il Sole erano in aspetto (Distanza) con il pianeta Giove, il dio dei mari: Nettuno in congiunzione, un’identica congiunzione tra Giove e Nettuno che si trova alla nascita del primo organismo di Sicurezza collettiva.                                Se il pianeta Giove tende a sostituire il diritto alla forza, Nettuno è sempre espressone d’una globalità, d’una collettività; qui, incarna il principio di universalismo espresso dall’idea di unità della società internazionale. ora fondamentalmente l’O. N. U. è nato male. Se, da parte sua il pianeta Giove, riceve una serie di aspetti armonici, Nettuno non forma  che un solo aspetto ed è una dissonanza . . . che viene proprio dal Luminare diurno: Sole

ANGELI O DEMONI . . . anche tra di Noi ?!

Fonte: Gianni Toffali,

Dossobuono Verona

“. A titoli cubitali, la quasi totalità dei media ha coralmente titolato: “l’assassino è un fanatico religioso“.  Etichetta investigava indubbiamente dettata da una visione atea immanente della vita. Eppure, nonostante la moltiplicazione di omicidi e reati a sfondo satanico, gli organi di informazione, la magistratura e l’opinione pubblica, irridono a siffatti crimini con disincanto, ironia e scetticismo.

Il pensiero moderno fondato sul razionalismo e sul positivismo, e per converso, sulla negazione di Dio e delle sue creature (angeli e demoni) si è di fatto privato di un patrimonio di inestimabile saggezza. Reati perpetrati per ammissione degli stessi imputati, su commissione di Satana, vengono analizzati esclusivamente con l’asettica lente della psichiatria forense.

Procedura di osservazione che esclude a priori moventi criminali di ispirazione esoterica. Neppure d’innanzi all’evidenza che le sette sataniche sono in continua espansione, le scienze moderne vogliono prendere atto che il maligno non è un’invenzione del clero, o una metafora del male, ma presenza reale ben inserita nelle società moderne.

La Chiesa ci ricorda che i demoni sono creature dotate di immensi poteri, disposti a dispensare ricchezza, successo, potere e sesso, a chiunque ne faccia banalmente richiesta. Persino il laico Goethe, seppur in forma romanzata, ci ricorda che il “faustiano” patto con Satana non è mera invenzione letteraria, ma concreta evidenza.

Inoltre, gli esorcisti (purtroppo intervistati solo a omicidi accaduti e mai preventivamente) hanno testimoniato che migliaia di individui, in seguito a pratiche magiche fatte anche per gioco (tavolette oujia, tarocchi, channeling, sedute spiritiche, etc) o in seguito alla frequentazione di maghi e cartomanti, sono successivamente rimasti vittime di turbe e fenomeni inspiegabili.

La più grande astuzia del maligno è quella di farci credere di non esistere” preconizzò Baudelaire. A giudicare dalla superficialità analitica dei criminologi fai da te, il burattinaio che tira le fila delle inconsapevoli marionette umane, istiga al male e contemporaneamente se la ride.

PALLADE

Pallade Atena,

dea della sapienza, insegnò le tecniche del ricamo e della tessitura, e combatte per i cittadini di Atene che erano sotto la sua protezione.

Il suo simbolo è uno scudo innalzato

Tratto dalla presentazione dell’editore: “Tra Ascendenti, Case astrologiche e influenze dei pianeti, coglie infine anche l’occasione per legarsi al mondo dei cocktails. ” Mixology ” è un irresistibile connubio tra l’ arte della mixology e l’ antica saggezza Zodiacale. Da Ariete a Pesci, ogni segno è esplorato e associato a una serie di cocktail unici, creati su misura per abbracciare le peculiarità di ciascuna personalità, trasformando le Stelle in liquidi incantesimi.”

ora anche presso: ” Cart di Matt “, di Alessio Amoroso, nel Borgo di Niguarda: Via Passerini  angolo Via Ornato, Milano; tel. 02 642 34 35

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PERCHE’ IL POLITICAMENTE CORRETTO E’ UN “PECCATO MORTALE”

II° PARTE –  Di: Matteo Castagna

Dall’insegnamento di S. Tommaso si evince:

1) il dovere morale di non insultare, denigrare, calunniare o mormorare e deridere il prossimo, soprattutto se costituito in autorità.

2) di riparare il torto fatto alla sua reputazione

3) di difendere chi è denigrato, senza far finta di non vedere. Certamente davanti agli uomini è più comodo “far finta che va tuto ben”, ma davanti a Dio non ci si trova in regola, anzi si sta in peccato grave, quod est incohatio damnationis.

    E’, pertanto, nostro dovere denunciare pubblicamente il politicamente corretto, innanzitutto come difesa della nostra dignità e intelligenza dalla sua volontà dolosa di costringerci ad accettare l’errore, fingendo che sia un bene comune. Scrive Mario Giordano nel suo ultimo libro, appena uscito, dal significativo titolo Tromboni (Edizioni): “Bisogna stare attenti alla lingua” al pari di quelli che predicano contro l’odio e insegnano a odiare. L’ipocrisia di costoro, che si annoverano in larga parte nella categoria dei cosiddetti intellettuali o giornalisti, in ultima analisi coloro che si occupano della diffusione dei messaggi su larga scala, aggrava il peccato di lingua della detrazione di coloro che la pensano diversamente, col falso doloso consapevole e remunerato. L’effetto che molti credano alle loro dicerie è conseguenza ancor peggiore, che ci fa trovare nella situazione di crisi morale, ideale, sociale in cui ci troviamo, andando sempre peggio.

“Tromboni” ricorda come odiano quelli della Commissione anti-odio, creata per fermare l’” intolleranza”, “contrastare il razzismo” e “combattere l’istigazione all’odio”. L’idea è stata partorita dal Ministro dell’Istruzione del “governo dei migliori” Patrizio Bianchi, scopiazzando dal suo illustre predecessori * [metto l’asterisco perché secondo la scrittrice Michela Murgia (da L’Espresso del giugno 2021) potrebbe essere offensivo usare la vocale maschile o femminile per indicare il titolo di una persona, che forse potrebbe non sapere se è uomo o donna] Lucia Azzolina. Nella commissione speciale entra il professore associato all’Università Ca’ Foscari di Venezia, Simon Levis Sullam che, fresco di nomina, aveva diffuso sui social una foto a testa in giù dell’ultimo libro di Giorgia Meloni. Chiaro riferimento alla macelleria di Piazzale Loreto. «Quasi un invito a impiccare il testo, se non proprio l’autrice, al palo più alto dell’antifascismo militante». Ma, domanda Giordano: «si può combattere l’istigazione all’odio inneggiando a piazzale Loreto? E alludendo all’impiccagione più o meno simbolica, ma sempre a testa in giù, di un leader politico?». L’ex Presidente della Camera Laura Boldrini, campionessa di buonismo e inginocchiatoi a senso unico, paladina di tolleranza e rispetto, ultras femminista ad oltranza, genderista e vestale di tutti i presunti diritti richiesti dai desideri di chiunque, «è finita sotto inchiesta perché avrebbe licenziato la sua colf, dopo otto anni di fedele servizio, tirando in lungo per non darle la liquidazione (3.000 euro. Altro maestro di propaganda tollerante è Roberto Saviano, «che in diretta tv ha sentenziato candidamente: “Sì, la mia contro la Meloni è una campagna d’odio “» (M. Giordano, “Tromboni”, 2022).

   Potremmo continuare all’infinito perché esempi simili ne esistono quotidianamente. Ultimi, in ordine cronologico sono coloro che hanno imbrattato le mura di un istituto tecnico di Milano con la scritta: «Tutti i fasci come Ramelli, con una chiave inglese fra i capelli». Nessun solone (o trombone) del politicamente corretto ha detto una parola. Muto Paolo Berizzi, il “Simon Wiesenthal” de La Repubblica, per la quale scrive una rubrica contro Verona e i fantasmi di un fascismo che non esiste. Muto Vauro. Muto Travaglio. Muti tutti. Perché il “pensiero” deve essere unico (il loro) fino all’assurdo, ovvero fino al punto che dire la verità è diventato un atto rivoluzionario, come sostenere che le foglie sono verdi d’estate. Noi continueremo in questa “rivoluzione Green” dell’ovvietà e dell’ordine naturale perché non vogliamo peccare di lingua contro il bene comune.

Calenda ha fatto impazzire la maionese di Letta !

di Roberto Olivato

Dieci minuti fa nel corso della trasmissione “ In mezz’ora ” condotta Lucia Annunziata, Calenda è uscito dalla scialuppa del centrosinistra, come avevamo subodorato nel nostro editoriale di questa mattina. Pertanto Letta, come avevamo preannunciato, non è riuscito nella preparazione di una buona maionese. Ad attendere Calenda a braccia a perte c’é Renzi che vede concretizzarsi la realizzazione del Terzo Polo a cui aspira da tempo.

Secondo Calenda “ L’allargamento della coalizione, dopo i limiti da me richiesti e cioè senza Si, Verdi, Di Maio, non è stato rispettato. Il Pd al centro con una moltitudine di soggetti di cui ho perso il conto ed ai quali è stato fatto firmare un patto e con questi soggetti non abbiamo nulla da spartire. Non posso seguire una strada dove la mia coscienza non mi porta.”

A Letta sta impazzendo la maionese

 Agosto 2022  

di Roberto Olivato

In una conferenza stampa di questo pomeriggio 6 agosto, successiva alla firma del patto tra Sinistra Italiana e Verdi, il segretario del Pd, rispondendo alla domanda se questo ingresso potrebbe mettere in crisi l’accordo con Calenda, ha risposto candidamente “ Questa è un’alleanza elettorale per sconfiggere la destra, non un’alleanza di governo”.

Questa frase la dice lunga circa la difficoltà del centrosinistra, nel presentarsi con una coalizione compatta alle prossime elezioni.

E’ assurdo se non addirittura ridicolo sentire la frase di Letta che, correttamente interpretata, dice testualmente che il programma di governo, che dovrebbe essere l’obbiettivo primario di una squadra di eletti, interessa poco se non nulla e al primo posto si pone la vittoria elettorale a qualsiasi costo con dentro tutti, indipendentemente dai singoli programmi pur di abbattere il centrodestra, rischiando di creare a breve l’ennesima crisi di Governo.

Fino a qualche decennio fa l’allora Pci, scoloritosi nell’Ulivo, per poi trasformarsi in Pds ed oggi Pd ebbene quel partito di Berlinguer, era in grado di parlare fuori dalle fabbriche, in mezzo alle campagne, guidava i movimenti studenteschi, toccando temi concreti.

Oggi l’attuale Pd ha perso quel DNA, si dirà perché i tempi sono cambiati, però la grande ammucchiata di Letta lontana anni luce dalle realtà che Berlinguer toccava con mano, è la dimostrazione dell’inconsistenza dell’attuale Pd che pur di restare a galla si è messo ad imbarcare tutti sulla sua scialuppa, rischiando di farla affondare ancor prima di togliere gli ormeggi.

Oltretutto questa grande ammucchiata rischia di far venire il mal di pancia ad Azione di Calenda che ha firmato l’accordo col Pd mettendo paletti a SI, Verdi e Di Maio.

Senz’altro i fotogrammi del film del centrosinistra non sono finiti e dovremo essere pronti a colpi di scena prevedibili per l’accozzaglia messa in campo da Letta che, accecato dalla vittoria del centrodestra, non si rende conto che all’interno di questa maionese sono presenti elementi a base acquosa ( Pd e Azione ) ed elementi a base oleosa ( SI e Verdi ) che, come sappiamo, sono immiscibili, ovvero non si mescolano e anzi tendono a separarsi e questo avverrà per quella di Letta, che non si accorge che la salsa prima o poi impazzirà.

26 febbraio 2017, UNA SENTENZA CHE FA CHIAREZZA

Attraverso il Proff. A. Giannone, Presidente Comitato scientifico fondazione DC,

abbiamo ricevuto e orgogliosamente portiamo alla Vostra attenzione l’allegata informazione che

stabilisce la continuità “, quindi farà felici molti Voi Simpatizzanti e Lettori  

Riccardo Ferrari – Admin

Il Tribunale di Roma ha sentenziato che l’Assemblea della Dc all’Ergife del 26 febbraio 2017, grazie alla quale e’ ripartita la Dc in continuità con gli iscritti del 1992, era pienamente legittima.

Una sentenza che stabilisce la continuità tra la Dc di Spataro e De Gasperi del 1943 e l’Assemblea del 2017.

Un primo, fondamentale passo per contrastare i sabotatori dell’autentica Dc che ha come segretario Renato Grassi, presidente Renzo Gubert e segretario amministrativo Mauro Carmagnola. 

Allego la sentenza.

Proff. Antonino Giannone, Pres. Comitato scientifico fondazione DC

LA SCOMPARSA DI UN GRANDE PARTITO MA NON DEI SUOI VALORI MIGLIORI

di Benito Sicchiero

Quella della Democrazia Cristiana è un’esperienza che tutti devono guardare con rispetto, anche chi non è mai stato democristiano, perché ha consentito a tutti noi di vivere in un Paese libero e prospero dell’Occidente “.

Lo ha detto l’ex premier Silvio Berlusconi nel corso di un intervento telefonico in diretta, rivolgendosi a Gianfranco Rotondi in occasione della presentazione del suo libro ‘ La variante Dc. Storia di un partito che non c’è più e di uno che non c’è ancora ” avvenuta a Milano. Berlusconi doveva essere presente all’evento, moderato da Antonio Pascotto giornalista di News Mediaset, assieme a Peter Gomez, giornalista e saggista; Giuseppe Sala, sindaco di Milano; Alessandro Sallusti, direttore di Libero, ma non ha potuto partecipare. “ Soprattutto – ha proseguito –  non è scomparsa la necessità di quei valori, di quell’approccio, di quel metodo, almeno nella sua parte migliore. La Democrazia Cristiana era un partito nato con il sistema elettorale proporzionale ed era consustanziale a quel sistema. Cambiando la legge elettorale proporzionale la DC contribuì a decretare la propria fine ”.

Si chiede il libro ( Solferino editore ): Che fine ha fatto la Dc? È “ davvero scomparsa, superata dagli eventi politici e da nuovi protagonisti, archiviata con la crisi dei partiti tradizionali? Gianfranco Rotondi, che ha iniziato la sua carriera politica nella Democrazia cristiana (proprio ai tempi del montanelliano, turiamoci il naso e votiamo DC, 1976 ) ne ricostruisce la storia in queste pagine concentrandosi sulla parabola discendente della “Balena bianca”, ma anche sulle sue molteplici mutazioni e resurrezioni susseguitesi in trent’anni di vita politica. Ne emerge un racconto appassionato e sinceramente di parte. La testimonianza di un protagonista che ha vissuto la dissoluzione del partito e la racconta senza peli sulla lingua e con una prospettiva privilegiata sulla storia politica italiana nazionale. Si va dalla morte ufficiale della Dc alla seconda vita dei democristiani fuori dal partito dello scudo crociato, dal centrosinistra al centro-destra, dal Patto Segni al Partito popolare, da Martinazzoli a Buttiglione, dall’Ulivo al Ccd, da Forza Italia alla Balena verde e oltre. Per scoprire che forse la Dc non è mai finita e i suoi eredi non sono solo i nostalgici. O meglio, come ha detto Francesco Cossiga in un aneddoto raccontato da Sallusti, il suo spirito, come la bellezza, non è morto e non morrà. Da notare come Cossiga non abbia parlato di ideologia, che non c’era o non avrebbe mai potuto esservi in un partito che traguardava la generalità dei valori cristiani universali. Sicchè possiamo semmai ritenere che ci fosse una idealità, allora fattore di aggregazione, di apertura, di inclusione, e quindi punto di forza. Mentre oggi, dopo la diaspora, quella stessa idealità è punto di debolezza, come ostacolo ad una identità definita e connotante un nuovo partito.

Secondo Sala “la Democrazia cristiana era un “partito adatto ai tempi ”.  “ Mio padre era un fervente democristiano. Sono cresciuto in una famiglia che amava la Dc di una volta. Io non sono mai stato democristiano, ma ne ho sempre avuto rispetto”. La Dc era un partito che aveva al suo interno “ pulsioni di varia natura ” con “ gente di estrema destra, gente quasi rivoluzionaria, la matrice cristiana, quella confessionale. Non era per me il centro ”. Oggi, in un’epoca di grandi cambiamenti, lo spazio per il centro come era inteso una volta non c’è.

Riguardo lo spazio politico a cui la Dc potrebbe rivolgersi, ha osservato che “ c’è un elettorato che si riconosce in un partito che cerca di mediare piuttosto che ogni volta fare un compromesso al ribasso, ma non è facile prendere questo elettorato ”.

 Ha concluso Rotondi: “ Dopo la dissoluzione dell’elettorato cattolico, moderato, socialista, Berlusconi per 27 anni ha rappresentato la DC. Oggi la lobby DC ha riconosciuto in Giorgia Meloni e Beppe Sala con la sua “balena verde” i protagonisti del futuro. E noi, da bravi democristiani, staremo a guardare ”.

Fonte: Dottor Colombo