LA SCOMPARSA DI UN GRANDE PARTITO MA NON DEI SUOI VALORI MIGLIORI

di Benito Sicchiero

Quella della Democrazia Cristiana è un’esperienza che tutti devono guardare con rispetto, anche chi non è mai stato democristiano, perché ha consentito a tutti noi di vivere in un Paese libero e prospero dell’Occidente “.

Lo ha detto l’ex premier Silvio Berlusconi nel corso di un intervento telefonico in diretta, rivolgendosi a Gianfranco Rotondi in occasione della presentazione del suo libro ‘ La variante Dc. Storia di un partito che non c’è più e di uno che non c’è ancora ” avvenuta a Milano. Berlusconi doveva essere presente all’evento, moderato da Antonio Pascotto giornalista di News Mediaset, assieme a Peter Gomez, giornalista e saggista; Giuseppe Sala, sindaco di Milano; Alessandro Sallusti, direttore di Libero, ma non ha potuto partecipare. “ Soprattutto – ha proseguito –  non è scomparsa la necessità di quei valori, di quell’approccio, di quel metodo, almeno nella sua parte migliore. La Democrazia Cristiana era un partito nato con il sistema elettorale proporzionale ed era consustanziale a quel sistema. Cambiando la legge elettorale proporzionale la DC contribuì a decretare la propria fine ”.

Si chiede il libro ( Solferino editore ): Che fine ha fatto la Dc? È “ davvero scomparsa, superata dagli eventi politici e da nuovi protagonisti, archiviata con la crisi dei partiti tradizionali? Gianfranco Rotondi, che ha iniziato la sua carriera politica nella Democrazia cristiana (proprio ai tempi del montanelliano, turiamoci il naso e votiamo DC, 1976 ) ne ricostruisce la storia in queste pagine concentrandosi sulla parabola discendente della “Balena bianca”, ma anche sulle sue molteplici mutazioni e resurrezioni susseguitesi in trent’anni di vita politica. Ne emerge un racconto appassionato e sinceramente di parte. La testimonianza di un protagonista che ha vissuto la dissoluzione del partito e la racconta senza peli sulla lingua e con una prospettiva privilegiata sulla storia politica italiana nazionale. Si va dalla morte ufficiale della Dc alla seconda vita dei democristiani fuori dal partito dello scudo crociato, dal centrosinistra al centro-destra, dal Patto Segni al Partito popolare, da Martinazzoli a Buttiglione, dall’Ulivo al Ccd, da Forza Italia alla Balena verde e oltre. Per scoprire che forse la Dc non è mai finita e i suoi eredi non sono solo i nostalgici. O meglio, come ha detto Francesco Cossiga in un aneddoto raccontato da Sallusti, il suo spirito, come la bellezza, non è morto e non morrà. Da notare come Cossiga non abbia parlato di ideologia, che non c’era o non avrebbe mai potuto esservi in un partito che traguardava la generalità dei valori cristiani universali. Sicchè possiamo semmai ritenere che ci fosse una idealità, allora fattore di aggregazione, di apertura, di inclusione, e quindi punto di forza. Mentre oggi, dopo la diaspora, quella stessa idealità è punto di debolezza, come ostacolo ad una identità definita e connotante un nuovo partito.

Secondo Sala “la Democrazia cristiana era un “partito adatto ai tempi ”.  “ Mio padre era un fervente democristiano. Sono cresciuto in una famiglia che amava la Dc di una volta. Io non sono mai stato democristiano, ma ne ho sempre avuto rispetto”. La Dc era un partito che aveva al suo interno “ pulsioni di varia natura ” con “ gente di estrema destra, gente quasi rivoluzionaria, la matrice cristiana, quella confessionale. Non era per me il centro ”. Oggi, in un’epoca di grandi cambiamenti, lo spazio per il centro come era inteso una volta non c’è.

Riguardo lo spazio politico a cui la Dc potrebbe rivolgersi, ha osservato che “ c’è un elettorato che si riconosce in un partito che cerca di mediare piuttosto che ogni volta fare un compromesso al ribasso, ma non è facile prendere questo elettorato ”.

 Ha concluso Rotondi: “ Dopo la dissoluzione dell’elettorato cattolico, moderato, socialista, Berlusconi per 27 anni ha rappresentato la DC. Oggi la lobby DC ha riconosciuto in Giorgia Meloni e Beppe Sala con la sua “balena verde” i protagonisti del futuro. E noi, da bravi democristiani, staremo a guardare ”.

Fonte: Dottor Colombo