Diverse società progettano di produrre l’idrogeno, che rappresenta un’energia alternativa, per produrre elettricità, l’energia dell’idrogeno non rilascia gas serra, ma solo vapore acqueo; l’idrogeno derivato da gas metano è inquinante, l’idrogeno verde non inquina perché produce elettricità da elettrolisi, con impianti eolici e solari, l’idrogeno derivato da centrali nucleari, non inquina.
Nunzio Miccoli www.viruslibertario.it; viruslibertario@gmail.com.
Solo le energie rinnovabili e il nucleare non rilasciano emissioni, l’idrogeno verde richiede impianti eolici e solari che, a causa del clima stagionale variabile o della notte, non sono sempre in funzione, invece l’idrogeno nucleare, diversamente da quello verde, è prodotto utilizzando elettricità prodotta in maniera continua. La migliore energia alternativa é l’idrogeno non inquinante, fra l’altro, nell’universo l’idrogeno è l’elemento più abbondante.
Il nucleare può fornire elettricità e idrogeno, che è infiammabile ma leggero, le relative perdite sono rilevabili da sensori, inoltre, si disperde velocemente verso l’alto; l’idrogeno è inodore ed è difficile da rilevare ma, per rilevarne la dispersione, come si fa con il gas metano, può essere addizionato con sostanze odorose. L’idrogeno liquido è compresso e reso freddo in contenitori e serbatoi perciò, con il contatto, può portare al congelamento delle mani. Riguardo ai costi di produzione, il prezzo dell’idrogeno nucleare è competitivo con il prezzo del gas metano, divenuto caro con l’acquiescenza dei governi occidentali e con la speculazione privata.
L’UE pensa di produrre idrogeno verde in Africa, dove c’è abbondanza di sole, ma scarsità di acqua, in Europa meno dell’1% dell’idrogeno è verde, per lo più, si produce con combustibili fossili; naturalmente, il costo di produzione è normalmente superiore a quelli del gas. Per ottenere idrogeno liquido occorre il triplo dell’elettricità occorrente per liquefare il gas, però il processo può passare all’ammoniaca, da convertire poi in idrogeno.
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Grazie alle armi occidentali, la guerra russo ucraina potrebbe sfociare in un compromesso con la pace, Putin non è riuscito a prendere Kiev e l’Ucraina può solo mantenere una situazione di stallo militare che duri anni; gli americani non si aspettavano la resistenza ucraina, comunque, la coesistenza pacifica tra russi e ucraini sembra sia difficile.
L’UE non può avere un ruolo in questa guerra perché è divisa, Polonia, Finlandia e paesi baltici vorrebbero cancellare la Russia dalle carte geografiche, ma Italia, Germania e Francia non sono d’accordo, d’altra parte, gli apparati nucleari americano, britannico e francese sono pronti alle ritorsioni contro attacchi nucleari russi. Comunque, l’occidente, per sostenere l’Ucraina, non potrà ancora spendere altri miliardi.
Gli Usa non possono inimicarsi l’Europa occidentale e i più importanti membri della Nato, oggi il migliore alleato di Putin è l’opinione pubblica occidentale stanca di questa guerra, come della politica contro la pandemia; anche questo stato d’animo non è stato raccolto dall’informazione e Putin spera in un cedimento del fronte occidentale. In Usa Biden è impegnato di più contro l’inflazione, considera la Cina il vero nemico, mentre considera la Russia una potenza regionale da staccare dalla Cina, ma alcuni stati dell’UE vorrebbero disgregarla.
Poi c’è il rischio di una guerra tra la Cina e Taiwan, con l’intervento americano. La guerra giusta è uno slogan propagandistico, non solo la Russia, ma anche gli Usa, in Libia, Serbia, Irak e Afganistan hanno bombardato civili e creato tanti profughi, anche la guerra di secessione americana fu fatta contro gli stati confederati del sud che volevano l’indipendenza.
Da considerare anche che l’Ucraina è un giovane stato plurietnico, come ne esistono tanti, non solo in Europa, eppure vuole imporre la lingua ucraina a tutti i residenti difendendo i suoi confini esterni, inoltre, incarcera i dissidenti filorussi. In Galizia ci sono polacchi, la Galizia occidentale, con Cracovia è in Polonia, poi in Ucraina esistono anche minoranze ungheresi, russe a sud-est ed ebree.
Pare che la Finlandia, come è stato fatto da altri paesi, per impedire l’immigrazione russa, voglia costruire un muro di confine, le emigrazioni di popoli, care al papa, hanno contraddistinto la storia dell’Europa, favorendo il tracollo di civiltà; infatti, la Galizia esiste anche in Spagna e l’Istria esiste in Italia e in Moldavia. Popoli migranti s’insidiarono ai margini di altri paesi, conservando costumi e il nome della loro antica patria e poi pretesero autonomia, indipendenza e supremazia.
L’integrazione con altre popolazioni è stata preceduta dalla paura e dalle guerre intestine, con esiti alterni a favore di autoctoni o immigratiti. L’immigrazione di massa fu sofferta da tutte le grandi civiltà, cioè da indiani, persiani, cinesi, greci, romani e da tutti gli altri popoli di tutte le razze; ai tempi di Giosuè, in Israele l’immigrazione ebraica fece delle stragi. I romani affermavano che gli uomini sono come i lupi, infatti, i lupi attaccano lupi di altri clan arrivati nel loro territorio.
In Grecia i vittoriosi achei furono sopraffatti dai dori immigrati e a Sparta divennero i loro schiavi iloti. Il risultato di queste immigrazioni è stato l’ibrido dell’uomo moderno, lo sostiene anche la genetica. Invece di fare del pietismo a favore degli immigranti, bisognerebbe attuare, quando ce n’è bisogno, la programmazione dell’immigrazione, altrimenti bisogna abolire i confini degli stati, le acque territoriali e lo spazio aereo degli stati.
L’UE esercita un controllo sull’immigrazione da paesi esteri, finanziando muri e controlli vigilati delle frontiere interne, fino al respingimento degli immigrati; tuttavia, con l’Italia non agisce così, non per discriminarla ma perché governo italiano e Vaticano vogliono questi immigrati marittimi e li mandano anche a prendere, infatti, la Meloni non ha confermato Salvini al Viminale.
Non dipende solo dalla denatalità, in Italia c’è ancora crisi e disoccupazione, non si ha nemmeno preoccupazione a far entrare delinquenti; per non discriminare, i governi italiani non vogliono distinguere tra lavoratori, profughi e delinquenti, perciò li prende tutti.
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L’UE s’è impegnata a rimborsare agli stati membri le armi da essi inviate all’Ucraina, lo farà attraverso un fondo creato per la pace e non per le operazioni militari; inizialmente con uno stanziamento di 500 milioni di euro, con rimborso della spesa per l’85%, poi portati a 1,5 miliardi, rimborsati al 45%, quindi portati a 2,5 miliardi.
Il paese più esposto è la Polonia, però nessuno stato membro ha ancora ricevuto un euro e la Polonia, che afferma di aver fatto donazioni per due miliardi, è accusata di voler sottrarre risorse agli altri stati membri. Perciò, viste le richieste di rimborso, questo fondo per la pace sembra ancora troppo piccolo, però la Slovacchia, animata da maggiore spirito antirusso, si dice disposta a raddoppiare il suo contributo; tirate le somme, anche in questo caso, Bruxelles è accusata d’inadeguatezza, pensavamo che queste cose accadessero solo in Italia. (Per le notizie, fonte: startmag.it).
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All’ultimo consiglio europeo di Bruxelles, Draghi ha sostenuto che, il mancato contenimento dei prezzi di gas ed elettricità sta provocando la recessione economica europea; si è deciso sulla condivisione delle forniture ma si è rimandato il tema dei prezzi, rifiutando tetto dei prezzi e modello spagnolo, Draghi ha affermato che i prezzi caleranno solo con la recessione, lamenta che si è frammentato il mercato europeo e rotta l’unità europea.
Ha concluso affermando che l’Italia può andare avanti anche da sola e per la sua strada, diventando in breve tempo indipendente sia dal gas russo sia da quello dell’Europa del Nord. Ha detto che chi fa salire il prezzo del gas, si oppone anche al tetto sul prezzo del gas, il riferimento è a Germania, Olanda, Danimarca, Austria e Svezia.
Bisognava raggiungere tre obiettivi, abbassare i prezzi, garantire l’approvvigionamento e ridurre temporaneamente la domanda, stabilendo un prezzo dinamico temporaneo, ma i dettagli di questo intervento devono essere ancore definiti e manca una decisione sul prezzo massimo. Italia, Francia e Spagna sono favorevoli al tetto, Germania, Austria e Olanda si oppongono; comunque, si è appoggiata la proposta della commissione su un tetto al prezzo del gas liquefatto e sull’acquisto collettivo volontario del gas, però le relative leggi regolatrici dovranno essere negoziate nelle prossime settimane e non è stata fissata una data per la fine dei negoziati.
La commissione ha proposto un price cap dinamico che rifletta l’andamento del mercato asiatico che ha prezzi inferiori all’Europa; Austria e Olanda ospitano due hub del gas, il che spiega la loro posizione, favorevoli al cap sono quindici paesi e forse si troverà un accordo sugli acquisti congiunti di gas. (Fonte: open.online – Imolaoggi.it – Adnkronos – startmag.it).