ADEGUAMENTO DELLA PENSIONE AL COSTO DELLA VITA di Riccardo FERRARI

     La pensione è una fonte di reddito importantissima.

Proprio perché retribuzione differita nel tempo deve essere tutelata giuridicamente, socialmente ed economicamente. Nel momento in cui il soggetto smette l’ attività lavorativa, pubblica o privata, si trova di fronte ad una realtà difficile e amara che la propria pensione è del tutto insufficiente ai bisogni personali e della sua famiglia, tanto da annullare una vita spesa al servizio dell’ ente o dell’ azienda.

     L‘ anzianità non è una malattia, che pesa sulla società, ma una risorsa vitale e dinamica che deve diventare oggetto di sviluppo economico, sociale e culturale.

     Se si riconoscono al pensionato i suoi diritti civili e sociali e la sua dignità economica si acquista un potenziale in più a favore della collettività. Evitiamo di ” inscatolare l’ anziano ” nella vecchiaia “, perché non c’ è bisogno di compatimento ma rispetto della dignità completa della persona.

E’ ormai da oltre un decennio che si assiste ” impotenti ” alla continua e costante erosione della pensione pubblica e privata, che ha determinato una consistente perdita del potere d’ acquisto. Infatti, le difficoltà che incontrano i pensionati di tutte le categorie nell’ arrivare a fine mese sono “ purtroppo ” sempre più diffuse.

LA CARTA DEI DIRITTI

     Di fronte alla preconizzata evoluzione demografica della generazione Anziana fino ad un quarto della popolazione è importante prevedere un assetto a “ misura ” di persona anziana per le future disposizioni legislative.

Quale futuro?

     Un tempo gli anziani erano parte viva del nucleo famigliare, oggi sono sempre più soli. Quale sarà il futuro della nostra società e degli Anziani, sempre più numerosi?

Il focolare domestico ha il fuoco spento!

L’Anziano, non più facente parte direttamente del mondo del lavoro, è abbandonato e messo in disparte ed è qui che inizia il vero problema: “ attivi cognitivamente “ ma, fermi, senza attività. Oggi si deve lavorare per consentire il recupero del ruolo del cittadino Anziano e per superare le barriere discriminanti tra le diverse generazioni.

Riproporre al centro degli interessi “ l’uomo ” con i suoi bisogni, con le sue aspirazioni… forse è solo un sogno?

     Proponiamo la creazione di una Carta dei diritti degli Anziani, fondata su una legge apposita per dare un segnale forte di riconoscimento alla popolazione Anziana. Lo scopo generale della Carta dei diritti è quello di restituire agli Anziani il loro valore di donne e uomini, valorizzandone l’esperienza, coinvolgendoli nelle decisioni, accogliendo le loro esigenze ed attese. La Carta dei diritti degli Anziani esprime la volontà di favorire il dialogo intergenerazionale con analoghe consulte.

     La Carta dei diritti Intercomunale degli Anziani sarà istituita in ogni Comune dov’ è eletto un sindaco dell’ Unione di Centro e avrà sede nei locali del Comune.

     La Carta dei diritti è un organismo di partecipazione che ha per scopo il perseguimento delle seguenti attività:

a) esaminare l’ evolversi delle condizioni di vita, la situazione sociale e le esigenze della popolazione   

anziana in città

b) favorire la partecipazione dei suoi rappresentanti alla definizione, programmazione ed elaborazione  

di specifici provvedimenti di competenza comunale volti a rispondere alle esigenze degli Anziani. In relazione alla propria finalità, può svolgere iniziative per la conoscenza dei temi di interesse della Carta dei diritti stessa e proporre l’ organizzazione di convegni e seminari sui diversi argomenti riguardanti la Terza Età. La Carta dei diritti rappresenta gli interessi economici e sociali delle persone Anziane nei confronti delle associazioni, delle istituzioni, dei media e dell’ opinione pubblica.

ADEGUAMENTO DELLA PENSIONE AL COSTO DELLA VITA di Riccardo FERRARI

     La pensione è una fonte di reddito importantissima. Proprio perché retribuzione differita nel tempo deve essere tutelata giuridicamente, socialmente ed economicamente. Nel momento in cui il soggetto smette l’ attività lavorativa, pubblica o privata, si trova di fronte ad una realtà difficile e amara che la propria pensione è del tutto insufficiente ai bisogni personali e della sua famiglia, tanto da annullare una vita spesa al servizio dell’ ente o dell’ azienda.

     L‘ anzianità non è una malattia, che pesa sulla società, ma una risorsa vitale e dinamica che deve diventare oggetto di sviluppo economico, sociale e culturale.

     Se si riconoscono al pensionato i suoi diritti civili e sociali e la sua dignità economica si acquista un potenziale in più a favore della collettività. Evitiamo di ” inscatolare l’ anziano ” nella vecchiaia “, perché non c’ è bisogno di compatimento ma rispetto della dignità completa della persona. E’ ormai da oltre un decennio che si assiste ” impotenti ” alla continua e costante erosione della pensione pubblica e privata, che ha determinato una consistente perdita del potere d’ acquisto. Infatti, le difficoltà che incontrano i pensionati di tutte le categorie nell’ arrivare a fine mese sono “ purtroppo ” sempre più diffuse.

Care lettrici, perché non ci fate sapere che cosa ne pensate? Ci aiutereste a metterci con più precisione al Vostro sevizio. Che poi è la nostra ambizione.

Good news: Pensionati, arrivano gli aumenti

 con l’ arrivo del nuovo anno 2024 ecco anche alcuni aumenti sugli assegni, già a partire dalle minime, che salgono a 614 euro ( 50 euro in più ), come spiegato dall’ Inps in una circolare.

Questo importo è fissato dalla rivalutazione eccezionale delle pensioni fino al minimo Inps, salito a 598,61 euro, prevista dalla legge di bilancio 2023. Poi, precisa l’ Istituto previdenziale, contestualmente alle operazioni di rivalutazione degli assegni è stato riconosciuto anche un ulteriore incremento del 2,7%.

Nella stessa circolare, l’ Inps indica pure gli importi aggiornati dalla rivalutazione provvisoria 2024, al tasso Istat del 5,4%: 100% per le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo ( parliamo degli assegni fino a circa 2.270 euro lordi mensili ), 85% per quelle tra quattro e cinque volte il minimo ( cioè da 2.270 euro a 2.840 euro circa ), 53% tra cinque e sei volte il minimo ( fino a circa 3.400 euro ), 47% tra sei e otto volte il minimo ( fino a circa 4.500 euro ), 37% tra otto e 10 volte il minimo ( fino a circa 5.700 euro ), e 22% oltre 10 volte la soglia minima ( ovvero da circa 5.700 euro lordi in su ).

Inoltre, ci sarà anche il ricalcolo con le nuove aliquote Irpef, dopo l’ accorpamento dei primi due scaglioni – deciso della legge di Bilancio – sotto un’ unica aliquota, cioè il 23% per tutti i redditi fino a 28mila euro.

Ciò si traduce, per quelli compresi tra 15 e 28mila euro, in un risparmio di circa il 2%, rispetto all’ anno scorso.

RINNOVO PENSIONI PER IL 2023

La perequazione delle pensioni e le attività a essa correlate vengono effettuate e concluse prima della fine di ciascun anno per consentire ai beneficiari di riscuotere, all’inizio dell’anno successivo, gli importi rivalutati nella misura prevista dalla legge. Tali operazioni sono state illustrate, da ultimo, con la circolare n. 135 del 22 dicembre 2022.

Che noi riceviamo e pubblichiamo per Voi Simpatizzanti

R. Ferrari, Direttore della comunicazione

TASSA SULLA PENSIONE: COME SI CALCOLA E

QUALI SONO ESENTI DA IRPEF

Pensioni: quali sono le pensioni esenti da IRPEF, quando la dichiarazione dei redditi deve essere presentata e quando è consigliabile farlo.

In Italia, in analogia al reddito da lavoro anche sulle pensioni si paga l’ IRPEF, per quanto non sempre i pensionati siano chiamati a presentare anche la dichiarazione dei redditi. Non solo: ci sono prestazioni previdenziali che sono del tutto esenti dall’ imposta.

Vediamo in dettaglio quali sono le pensioni esentasse e rispondiamo alle più comuni domande in tema di trattamento fiscale dei redditi previdenziali.

Quando non si paga IRPEF sulla pensione?

L’ imposta sul reddito delle persone fisiche ( IRPEF ) non si paga sulle pensioni d’invalidità ( o inabilità ) civile, sulle pensioni sociali, sulle pensioni di guerra e su quelle collegate a menomazioni subite durante il servizio militare di leva. Sono esenti da IRPEF anche le pensioni ordinarie i cui titolari ricadono nella no tax area, che hanno cioè un reddito fino a 8500 euro annui.

ecco la tabella riepilogativa con la nuova IRPEF per i pensionati:

Reddito (€)

Detrazione (€)

Fino a 8.500

1.955 ( non inferiore a 713 )

Tra 8.500 e 28.000

700 + 1.255 *[ ( 28.000 – reddito ) / ( 28.0008.500 ) ]

Tra 28.000 e 50.000

700 * [ ( 50.000-reddito ) / 22.000 ) ]

Oltre 50.000

0

Da quando si applica la nuova IRPEF sulle pensioni?

I nuovi scaglioni IRPEF sono in vigore dal 1° gennaio 2022, da subito applicate nel cedolino pensione. Per le pensioni, l’ INPS ha adeguato i cedolini a partire da marzo 2022, con un conguaglio per gennaio e febbraio. Le nuove aliquote IRPEF si applicano ai redditi prodotti o maturati a partire da inizio di quest’ anno e quindi i nuovi scaglioni avranno effetto sulle dichiarazione dei redditi 2023.

Importo al di sotto della no tax area;

  • imposte interamente trattenute nel cedolino pensionedall’ INPS, in qualità di sosti  
  • tuto d’imposta;
  • imposte non dovute, come nel caso delle pensioni esenti da IRPEF sopra indicate.
  • Quando è consigliabile per un pensionato presentare il 730?
    • L’invio del modello 730/2022 – anche utilizzando la dichiarazione precompilata dall’ Agenzia delle Entrate – è consigliato, ad esempio, per fruire delle detrazioni fiscali previste dall’attuale legislazione ( spese di affitto, interessi sul mutuo di casa, spese assicurative, sanitarie, bonus ristrutturazioni etc. ) e recuperare una parte delle imposte pagate nel 2022. In quest’ottica, appare utile ricordare che la scadenza per l’invio del modello 730/2022 è fissata al 30 settembre, mentre chi presenta la dichiarazione dei redditi con il modello Redditi PF ha tempo fino al 30 novembre.