HAMAS, LA STRAGE DEI BAMBINI (MOLTI DECAPITATI): LE FOTO DEL JERUSALEM POST CERTIFICANO CHE NON SI TRATTA DI UNA FAKE NEWS

di Franca Giansoldati

Le immagini sono quelle che nessuno vorrebbe mai vedere, a nessuna latitudine, per nessun motivo. Corpicini a brandelli, imbrattati di sangue o carbonizzati, come se fossero pezzi di legno o altro materiale inerte e non piccini di un anno appena. La guerra ai tempi dell’ intelligenza artificiale è fatta anche di prove, in questo caso di fotografie geolocalizzate, di elementi concreti, di particelle del Dna estratte perché la propaganda – si sa – viaggia a velocità siderali sui social influenzando milioni di persone e determinando persino scelte politiche in base all’ opinione pubblica. Le foto dei neonati israeliani decapitati, crivellati di colpi e bruciati dai terroristi di Hamas in un kibbutz vicino a Gaza sono state mostrate anche al sottosegretario americano Anthony Blinken stamattina quando, non appena sceso dall’ aereo, ha avuto incontri con il governo israeliano.

Quelle immagini sono diventate una prova e servivano a scacciare ogni dubbio, visto che fino a quel momento nessuno aveva avuto accesso e in molti avevano iniziato persino a dubitarne.

E anche quando il presidente Biden la sera prima aveva parlato delle decapitazioni in realtà, come ha poi spiegato la Cnn, non aveva visto personalmente nulla poiché lui stesso si riferiva solo ai commenti pubblici dei media e dei funzionari israeliani.

Nel pomeriggio il Jerusalem Post ha sostenuto di poter «confermare», sulla «base di foto verificate», la notizia dei piccoli «bruciati e decapitati. Che il loro ricordo sia di benedizione», scrive il giornale in un tweet.

In un video che era stato pubblicato da Hamas, il movimento aveva respinto le notizie di decapitazioni di bambini al kibbutz di Kfar Aza. Inoltre il vice leader di Hamas, Saleh al-Arouri aveva affermato che i 1.200 membri delle Brigate al-Qassam che si sono infiltrati in Israele non avrebbero preso di mira i civili. «Quando i civili di Gaza sono entrati si sono scontrati con i coloni, e i civili sono caduti» ha affermato ma i filmati dell’area hanno mostrato terroristi in uniforme delle Brigate al-Qassam e di altri gruppi prendere parte al massacro.

Nel frattempo Amnesty International sta conducendo una indagine che riguarda «alcuni dei crimini di guerra e delle altre violazioni dei diritti umani commessi da Hamas e da altri gruppi armati palestinesi dal 7 ottobre». Lo rende noto l’ organizzazione sottolineando di aver verificato in particolari alcuni video riguardanti gli assalti nei kibbutz di Bèeri, Kfar Aza e Rèim, lungo la strada 232 e in occasione del Rave nel deserto. Amnesty International chiede, tra l’altro, «alle autorità israeliane e ai gruppi amati palestinesi di aderire rigorosamente al diritto internazionale umanitario, soprattutto assicurando umanità nella condotta delle ostilità, prendendo tutte le precauzioni necessarie per ridurre al minimo i danni a civili e strutture civili e astenendosi dal compiere attacchi illegali e dall’imporre punizioni collettive contro i civili».

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