DOCUMENTI, SCONTRINI, BOLLETTE VECCHIE, ETC. PER QUANTI ANNI LI CONSERVO?  

Hai un mucchio di bollette vecchie e hai paura di sbarazzartene? La legge ti dice dopo quanto puoi buttarle

Redazione

Ma perché è sconsigliato buttare immediatamente le bollette ed è invece necessario conservarle? I motivi principali sono: in caso di contestazione, in assenza di una ricevuta si rischia di diventare morosi, anche se si ha la certezza di aver pagato. Inoltre nel caso in cui un qualsiasi gestore ci dovesse invitare a pagare un bolletta, che in realtà già abbiamo pagato, conservandola, la dimostrazione di pagamento è praticamente immediata. Ovviamente è necessario conservare le bollette per un periodo di tempo stabilito, ossia la data di prescrizione.

Per quanto tempo bisogna conservare le bollette vecchie?

DICHIARAZIONE DEI REDDITI: anni 5

Vanno conservati fatture e documenti che permettono di detrarre le spese quando si fa la dichiarazione dei redditi, cosa fondamentale per pagare meno imposte. Il principio cardine per l’ inserimento di una spesa in dichiarazione è quello “ di cassa “, cioè bisogna fare riferimento al periodo in cui questa spesa è stata sostenuta: se a marzo 2018 abbiamo pagato l’ assicurazione annuale sulla vita ( la cui copertura dura, quindi,  fino a febbraio 2019 ), fa fede la data in cui abbiamo versato il premio. Questa spesa andrà quindi interamente detratta nella dichiarazione del 2019 relativa ai redditi 2018. Il fisco ha tempo fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello della presentazione della dichiarazione per effettuare controlli. La dichiarazione dei redditi presentata nel 2019 deve essere conservata, con la relativa documentazione, per 5 anni, cioè fino al 31 – 12 – 2024. Nel caso in cui si sarebbe dovuta presentare la dichiarazione e non lo si è fatto, il fisco estende a 7 anni la possibilità di fare controlli.

SCONTRINI: mesi 26.

Se per il prodotto che si è comprato si è sottoscritta una garanzia di maggior durata da parte del produttore, bisogna conservare lo scontrino d’ acquisto e il certificato di garanzia per tutta la durata di questa garanzia aggiuntiva.

BONUS PER RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE: anni 15.

Come per tutte le altre spese inserite nella dichiarazione dei redditi, anche il controllo della documentazione che attesta i lavori compiuti in casa segue lo stesso termine di prescrizione, cioè 5 anni.  Per questo particolare caso, però l’ applicazione è differente,  perché la rateazione delle agevolazioni si spalma su 10 anni. Di conseguenza, si amplia anche il periodo durante il quale il fisco può effettuare controlli. Bisogna conservare i documenti fino a 5 anni dopo che si è goduto dell’ ultima rata delle agevolazioni. Facciamo un esempio: chi ha effettuato lavori di ristrutturazione nel 2013, considerando la rateizzazione su 10 anni, approfitterà delle agevolazioni fino al 2023: dovrà quindi conservare la documentazione fino al termine  di prescrizione del controllo della dichiarazione in cui si inserirà l’ ultima rata, cioè fino alla fine del 2028.

TASSE SULLA CASA E SUI RIFIUTI: anni 5.

I controlli da parte dei Comuni per le imposte locali sugli immobili, cioè Imu Tasi, possono essere effettuati fino al 31dicembre del quinto anno successivo a quello in cui si deve pagare o presentare la dichiarazione. Per un’ imposta sulla casa pagata nel 2018, la documentazione va conservata fino al 31 dicembre 2023. I vari passaggi da Tarsu a Tia1. Tia2, Tares, Tari non hanno modificato i termini di decadenza per effettuare i controlli. I controlli possono arrivare fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui si deve pagare o presentare la dichiarazione

MULTE: anni 5.

In generale, il termine di prescrizione per il pagamento delle multe per infrazione del Codice della strada è di 5 anni. Bisogna però fare una distinzione: i 5 anni valgono infatti per le violazioni accertate da polizia stradale o carabinieri ( per esempio, per eccesso di velocità in autostrada ), mentre per quelle rilevate dal Comune, solitamente dai vigili urbani, il termine di prescrizione è di 2 anni dalla cosiddetta “ iscrizione a ruolo “ della multa, cioè dal momento in cui il comune ordina all’ agente per la riscossione di avviare la procedura per incassare la sanzione. Prima di tale data la prescrizione rimane in standby ( non ne decorrono i termini ): il Comune, per esempio, può impiegare un anno per iscrivere a ruolo la multa; una volta consegnato il ruolo all’ esattore, scattano i 2 anni di prescrizione.

BOLLO AUTO: anni 3.

Per quanto riguarda il bollo auto le Regioni possono fare accertamenti fino a 3 anni da quello in cui è stato fatto o doveva essere fatto il versamento. Quindi, per i versamenti fatti nel 2019 i documenti vanno conservarti fino al 2022.

RICEVUTE PAGAMENTO CAMBIALI: anni 3 –

PARCELLE DEI PROFESSIONISTI: anni 3 – BOLLETTE DI ACQUA – LUCE – GAS – TELEFONO: vanno conservate per 5 anni dalla scadenza. Per luce e gas, la prescrizione dei controlli si riduce a 2 anni in caso di rilevanti ritardi nella fatturazione per colpa del fornitore –

SPESE CONDOMINIALI: anni 5.

Le ricevute si prescrivono in 5 anni

AFFITTO: anni 5.

Il proprietario di casa può chiedere i canoni di locazione entro 5 anni dalla scadenza.

MUTUO: anni 5.

Le ricevute di pagamento vanno tenute per 5 anni dalla scadenza della singola rata.

Se ti chiedi continuamente quando potrai finalmente sbarazzarti delle bollette vecchie, la legge ti dà una mano. In primo luogo c’è da capire di quale tipo di documento si parla. La data di prescrizione cambia a seconda del tipo di bolletta. Può andare da un minimo di due anni ad un massimo di dieci. 

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Infatti per le bollette dell’elettricità ricevute a partire dal 2 marzo 2018, sarà necessario conservarle per un massimo di due anni. Mentre quelle ricevute precedentemente al 2 marzo 2018, bisognerà conservarle per almeno 5 anni. Va poi specificato che dal 2016 sulle bollette della luce, viene addebitato anche il canone Rai, per questo secondo la legge dovranno essere conservate per almeno dieci anni.

Dal 2 gennaio 2019, anche il periodo di conservazione delle bollette del gas è stato ridotto a due anni. Mentre per quelle ricevute prima, la conservazione dovrà essere di almeno cinque anni. Lo stesso vale poi per le bollette dell’acqua, che a partire dal primo gennaio 2020 si è stabilito che devono essere preservate per due anni. Quelle precedenti al 2020 invece sempre per 5 anni.