EUROPA-USA 2024: SFIDE TRANSATLANTICHE

Organizzato da Farefuturo un confronto tra conservatori italiani e americani

Proseguendo nella sua opera di dibattito, analisi e anticipazione degli scenari che è lecito attendersi sul piano politico e geo-politico nel breve/medio periodo, la Fondazione Fare futuro ha organizzato una Tavola Rotonda dal titolo: “Europa- USA 2024: sfide transatlantiche”.

L’evento aperto dal vicesegretario generale di Farefutur Nicola Portacci, è stato realizzato in partenariato tra Farefuturo e due Think-tank statunitensi di area conservatrice: l’International Republican Institute/IRI e la Heritage Foundation.

Il futuro delle relazioni transatlantiche sarà ancorato all’idea di un “Occidente allargato” ha affermato in apertura ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. “L’Occidente allargato è oggi la chiave per affrontare le sfide che ci attendono. Per far fronte alle minacce autocratiche, serve un grande ovest che comprenda l’Africa, l’India e i Paesi dell’Asia, per democrazia, crescita e sviluppo globale”, ha sostenuto inoltre il ministro. E l’Italia può farla da padrona nel Mediterraneo. “Il bacino economico e commerciale euro-atlantico è l’approdo finale di due percorsi complementari tra Usa e Ue. Oggi l’Europa si sviluppa verso sud e non più ad est” ha detto il ministro e così l’Italia ha una rinnovata possibilità con il fianco sud del Mediterraneo.”

Tra gli invitati, il Presidente di Assoedilizia avv. Achille Colombo Clerici.

I lavori si sono articolati in due successive sessioni.

La prima, dal titolo “2024 UE e USA : un anno di lezioni sulle due sponde dell’Atlantico “, con gli interventi di Lucio Malan ( Presidente del gruppo di Fratelli d’ Italia al Senato ) e  quelli di Thibault Muzergues ( “Senior Advisor dell’IRI per la strategia transatlantica” ) e del vicepresidente dell’Heritage Foundation James Carafano

Essa ha offerto lo spunto per riflessioni, da parte dei relatori, sui possibili esiti della duplice consultazione elettorale del 2024: quella del prossimo giugno per il rinnovo del Parlamento europeo e quella del prossimo novembre per l’elezione dell’inquilino della Casa Bianca per il quadriennio a venire.

Appuntamenti cruciali: nel primo, per l’avvenire del nostro Continente in uno scenario europeo e mondiale in profonda evoluzione; nel secondo, per il futuro della prima potenza mondiale e nostro principale alleato: gli Stati Uniti d’America. Il “panel” è stato moderato da Flavia Giacobbe, direttrice di Formiche.

La seconda sessione, dal titolo “Relazioni transatlantiche: sfide e opportunità”, ha visto gli interventi di Fabrizio Luciolli presidente del Comitato Atlantico Italiano e di Velina Tchakarova, analista geopolitica, moderati da Francesco Galietti, co-fondatore e ceo Policy Sonar. Il ministro Tajani, ha inviato un testo con i saluti e gli auspici di buon lavoro.

La sessione è stata l’occasione per un confronto a più voci, europee e americane, sul presente e futuro delle relazioni tra le due sponde dell’atlantico. E questo, in una fase di rilancio dell’immagine e della credibilità dell’alleanza atlantica sullo sfondo della perdurante guerra Russo-Ucraina e del recente collegato allargamento dell’alleanza a Svezia e Finlandia.

Negli Stati Uniti, la politica estera è però raramente condizionata dall’orientamento del governo federale, ha assicurato James Carafano, vicepresidente dell’Heritage Foundation. “In termini di politica estera, negli Stati Uniti, le istanze conservatrici non trainano le scelte di politica estera. Sono le questioni interne a pesare sulle scelte dei cittadini. Tra i repubblicani, i cittadini non sembrano più interessati in un dibattito ideologico, ma nel miglioramento della qualità della loro vita” ha infatti sottolineato.

“L’Ue guardando perciò al proprio alleato dall’altro lato dell’atlantico potrà vedere cambiamenti sui dossier energetico e commerciale, ma ci sono dei baluardi che non sono suscettibili di cambiare tra un governo democratico o governo repubblicano”, ha aggiunto.

È chiaro che le elezioni europee e le elezioni americane si influenzeranno molto tra loro, ma in Europa i risultati sono difficili da prevedere. Ma, d’accordo con Carafano, Thibault Muzergues, senior advisor per la Strategia transatlantica dell’International Republican Institute, ha detto che, in termini di politica estera, poco potrà davvero cambiare. “I rapporti europei con l’alleato statunitense rimarranno probabilmente invariati.”