LUIGI MASETTI: Trecenta – Milano

LUIGI MASETTI E IL BICICLO EOLO

Un polesano a Milano
Luigi Masetti nasce a Trecenta, un paese in provincia di Rovigo, il 18 dicembre 1864, tre anni dopo l’ unità d’ Italia. Studia a Lendinara, non molto lontano da casa, che raggiunge a dorso di mulo, ma a 20 anni si trasferisce a Milano con le sorelle e va a vivere in un sottotetto di Porta Genova. Si iscrive all’ università di Pavia a Legge, ma la lascia a 30 anni compiuti: “ Ora non ho tempo: ho da fare una scappatina a Costantinopoli, a Chicago, a Ceuta, al mio ritorno un giorno o l’ altro mi prenderò la laurea . . . “

Povero ma bello
Si guadagnava da vivere lavorando negli hotel della Svizzera. Il medico condotto del suo paese, Nicola Badaloni, appassionato socialista e suo maestro di vita, gli passa 35 lire al mese, più o meno 120 € di oggi, per pagare l’ affitto. Impara l’ inglese, francese, tedesco e spagnolo e poi da lezione. Risparmia tutto per i suoi viaggi, se avanza frequenta il loggione della Scala.

Cara bicicletta . . .
Alla fine dell’ Ottocento la bicicletta è considerata un bene di lusso che pochi possono permettersi, anche se il criminologo Cesare Lombroso lo considera uno strumento capace solo di moltiplicare il numero di pazzi e delinquenti. Solo dopo enormi sacrifici Masetti se ne compra una. Da quel giorno il suo sogno è uno solo: girare il mondo su due ruote. Nel 1892 la sua prima grande impresa, il tour delle capitali d’ Europa: da Milano a Vienna passando da Parigi e Berlino. Sono 3500 chilometri, ma in Germania decide di fermarsi due mesi, mantenendosi a lezione di lingue.
A cavallo del vento
La bicicletta di Masetti, o “ Bicicletto “ come lo chiamava lui, viene battezzato Eolo, come il dio dei venti. Lo produce la ditta Capelli e Maurelli ed è tutto verniciato di bianco. Ogni volta che attraversa una frontiera gli impongono una supertassa che lui paga sempre malvolentieri. Ma a Chicago Eolo diventa un’ attrazione internazionale all’ Expo: viene esposto nel padiglione Trasporti dell’ Esposizione, diventa una delle attrazioni principali, viene premiato con un riconoscimento speciale e comprato per 60 dollari. Torna con una bici che gli viene regalata dai costruttori americani. Lui la battezza Rambler: Vagabondo.

Corrier mio dammi 500 lire che in America voglio andar . . .
Il 7 luglio 1893 Masetti scrive una lettera al direttore del Corriere della Sera, Eugenio Torelli Viollier: << Quest’ anno avevo ideato per le mie prossime vacanze una gita in velocipede da Milano a Chicago e ritorno; ma c’ è di mezzo il mare. Ed ecco il gran problema ( Datemi il punto d’ appoggio e vi solleverò il mondo ) datemi un biglietto da 500 lire o prosciugatemi il mare; ed io vi farò vedere l’ utilità pratica del bicicletto con l’ andata e il ritorno in due mesi circa da Milano alla grande Esposizione mondiale di Chicago >>. In cambio << io manderei ogni sabato un breve relazione descrittiva del mio lungo viaggio >>. Torelli Viollier gli risponde: << Ci piaccione le imprese condite d’ audacia e di bizzarria. Accettiamo la proposta . . . >>. Parte alle tre del pomeriggio del 15 luglio dall’ Arco della pace di Milano. Per chiudere la sua prima tappa, fino a Baveno, sul lago Maggiore, ci mette cinque ore.

Un bagno di felicità
Luigi Masetti è un ragazzo molto organizzato e prepara meticolosamente il suo viaggio. Cosi come i vestiti: “ . . . tre paia di calze, due calzoncini corti, tre maglie, una giacca, un panciotto, due colletti, due paia di polsini, un petto di camicia per le grandi occasioni ( girando girando capitano! ), una camicia di lana, sei fazzoletti e gli occhiali lini “. Tutto in due borse, una legata sul telaio e una sul manubrio. Spedisce però nelle grandi città dove prevede di arrivare un baule con il cambio dei vestiti e alcuni libri. Per il resto si arrangia come può: “ Quando giungo a un rivo o a un lago, mi butto in acqua. Ciò serve a lavarmi il corpo e i vestiti, che indosso di nuovo dopo averli strizzati e fatti asciugare al sole “.

Il Viaggismo
Il suo itinerario è: Milano-Domodossola-Zurigo-Baslea-Francoforte-Colonia-Liegi-Bruxelles-Calais-Londra-Oxford-Liverpool-New York-Niagara-Chicago-Washington-Filadelfia e ritorno per Parigi-Ginevra-Piccolo San Bernardo.
Viaggio Milano – Chicago – Milano
Abbigliamento al seguito: tre paia di calzoncini di tela russa da viaggio e due paia di stoffa, sei fazzoletti, quattro maglie, sei paia di calze, due davanti di camicia, due cravatte, due paia di scarpe, un cappello ed un berretto. Il menù del cicloturista: dipende dalla borsa. La mattina mezzo litri di latte ed un paio di uova con pane. Durante la giornata, di solito pane, salame e formaggio. Acqua come bevanda. Il vino è abolito, i liquori abolitissimi, il fumo soppresso.

Come entrare alla Casa Bianca
Arrivato a Washington si ferma davanti alla Casa Bianca e scrive un pizzino al presidente degli Stati Uniti Grover Cleveland, il presidente eletto per la seconda volta a rappresentare un popolo di 62 milioni di abitanti. E stamattina io ebbi l’ onore di stringerli la mano, d’ intrattenermi con lui cinque minuti e di avere la sua firma autografa nel mio libro di viaggio. Non essendo ogni giorno di ricevimento non valevano le mie lettere di presentazione per poter varcare la soglia presidenziale. Allora ricorsi all’ arditezza, che a Milano si chiama tola ( requisito necessario per fare lunghi viaggi ) e gli feci ricevere un mio bigliettino cosi espresso: << An Italian law student coming back from the World’s fair on his bicycle to Italy wishes toh ave the honour of seeing the President of the United States before leaving the great country >> ( Un italiano studente di legge, di ritorno sul bicicletto dalla Esposizione mondiale in Italia, desidera avere l’ onore di vedere il Presidente degli Stati Uniti prima di lasciare questo grande paese ).

 

Te lo do io il Presidente
Masetti racconta cosi sul Corriere della Sera il presidente Cleveland: << E’ un uomo sulla sessantina, piuttosto panciuto, di statura alta, dal viso aperto e molto affabile. La sua casa ufficiale è una casa qualunque a due piani, liscia liscia, posta in un parco tra i due grandiosi palazzi del tesoro e della guerra e marina, con un bel portico davanti, senza sentinelle, senza guardia, con vaste sale ornate di qualche quadro ( In una ci sono ritratti di tutti i presidenti degli Stati Uniti fino a lui ); la qual casa ha la caratteristica di essere bianca, la più bianca casa degli Stati Uniti. Perciò il popolo, invece di chiamarla Executive Mansion la chiama White House ( Casa bianca )>>.

All’ inseguimento di Napoleone
Nel 1897 volle fare come Napoleone: dalle Alpi alle Piramidi. Da Milano raggiunge le Alpi con sosta ad Aosta, poi attraversa l’ Italia: Piacenza, Bologna, fino a Brindisi da dove si imbarca per Alessandria d’ Egitto. E’ il 2 ottobre quando scala la piramide di Cheope per sedersi sulla cima. Quindi prosegue per la Palestina dove visita le Città Sante. A Giaffa si imbarca per Brindisi e attraversando la Basilicata risale la penisola raggiungendo la sua Milano.

Come Forrest Gump . . .
Nel maggio del 1900 ha una nuova sfida da compiere: unire l’ Africa all’ Oceano Artico.
L’ itinerario è Milano, Ceuta, piccola enclave territorio marocchino. Capo Nord, il Bosforo e di nuovo a Milano. Sono 18mila chilometri. Passato lo stretto di Gibilterra, attraversa Cadice, Jerez, Siviglia, Cordoba, Toledo, Madrid, Valladolid, Burgos e San Sebastian. In Francia attraversa Bayonne, Lille, Bordeaux, Angouleme, Poitier, Tours, Orlèans, Parigi dove si ferma per visitare
l’ Expo di Amiens. Da li pedala verso Bruxelles e Anversa, poi Rotterdam, Amsterdam, Ultrecht e Groningen prima di raggiungere il nord della Germania e le città di Brema, Amburgo e Kiel.

Masetti attraversa la Danimarca e la Norvegia, passa attraverso Copenhagen, Oslo e Trondheim per raggiungere Capo Nord il 14 agosto 1900. Ottomila chilometri in tre mesi. Attraverso Trondheim, Oslo, Halsinki e Viborg punta verso la Russia attraverso San Pietroburgo, Mosca, Tula, Kursk, Odessa e Sebastopoli, infine, ai margini del Mar Nero, nell’ Ucraina di oggi. Da li va verso Istanbul, Smirne, Atene da dove si imbarca verso Napoli. Il suo viaggio infinito arriva a Milano dopo aver fatto tappa a Roma e Firenze.

Un magnifico cantastorie
Masetti, amava raccontare i suoi viaggi accompagnandosi con le melodie di un’ ocarina dalla quale non si separava mai. L’ ocarina è uno strumento a fiato musicale e forma di uovo, come una testa d’ oca.
Piccolo sempre sorridente e con la voce di un gallo
Nel 1901, Otto Brentari, storico e giornalista, in un articolo pubblicato dalla rivista Touring Club Italiano lo descrive << Statura inferiore alla media, ben nutrito, biondo coi capelli a spazzola, colla bocca e gli occhi sempre sorridenti dietro gli occhiali a catenella, con una vocina stridula come quella del suo gallo, vestito sempre col suo costume ciclistico dai calzoncini corti, lo si prenderebbe per un fannullone guadente, ed è invece uno degli uomini più attivi che lo abbia conosciuti >>.

Ve lo dico io
Così Masetti racconta un tratto dei suoi viaggi. Nulla, lo mette di cattivo umore: ” Da Colonia a Calais, il mio viaggio fu quasi sempre umido, e verso la fine anche un po’ disgraziato. Già, quanto al tempo, fui molto più fortunato l’ anno passato; chè in tutto il lungo viaggio di Parigi, Berlino e Vienna non presi con tre acquazzoni. Pazienza! La salute è sempre ottima: e le ore di sole mi sembran più belle quando vengono a rasciugarmi e a riempirmi di gaiezza che m’ è soltanto data appunto dal sole “.

Il bicicletto Eolo.
“ Il mio Eolo, poveretto, nonostante la terribile caduta del Sempione, non potrebbe farmi un servizio migliore. S’ accontenta che gli dia spesso molta biada ben oleata, e corre sempre d’ un ben trotto; anzi, quando la strada glielo permette, mi fa delle volatine deliziose. Avant’ ieri soltanto, verso i mezzogiorno mi cadde improvvisamente ammalato, ancora in conseguenza certamente della vecchia ferita. Tuttavia spero che, una volta rimarginata anche questa, mi trasporterà felicemente attraverso le ignote piaghe del mondo “.

Un cold case
Luigi Masetti all’ inizio del secolo è uno dei più popolari ciclisti italiani, le sue imprese lo fanno una figura popolare, un modello da seguire. Poi accade l’ inspiegabile: la sua storia finisce li. Per qualche misterioso motivo l’ anarchico delle due ruote scompare per sempre dalla luce.

La stampa dell’ epoca.
Ottone Brantari: “ Luigi Masetti è una figura mitica del primo ciclismo italiano. Un personaggio da romanzo, protagonista di una storia degna di Jules Verne. L’ osservatore del mondo, l’ anarchico dsu de rupote, il primo italiano ciclo-viaggiatore, il poeta del viaggio, l’ eroe del fango e della polvere, ci ha dato molto di più di qualche suo raro e breve scritto: porta a tutti quelli che scoprono la sua vita avventurosa, una parte enorme di sogno, che è una merce rara di questi tempi “.

Era così
Ottone Brentari “ Il Masetti – che non possiede nulla e che vide e corse molto “ è un uomo felice. Egli sa badare a se stesso ed anche aiutare i suoi cari; non desidera più di quanto ha; sa di essere amato dai parenti, dagli amici, da quanti lo conoscono; ciclo vagò mezzo mondo e, come Dio creatore, lo trovò bello; incontrò delle difficoltà, e le girò; incontrò degli ostacoli, e li superò; non si sconfortò mai; si accontentò sempre di tutto, ma seppe anche voler tutto “.
> > Tratto da: CONSVIPO materiale promozionale del Consorzio per lo Sviluppo del Polesine – distribuito il 15 dicembre 2014 – presso: BIANCHI CAFE’ e CYCLES in Via CAVALLOTTI n. 8, MILANO ( Zona 1 ) alla conferenza stampa:   “  150  ANNI  FA . . .   storia         d’ amore, avventure e mistero di Luigi MASETTI, l’ anarchico delle due ruote “